Questa invenzione si colloca nell’ambito delle tecnologie anticontraffazione, in
particolare nel contesto dello sviluppo di etichette anticontraffazione avanzate, che
utilizzano metodi di produzione casuali e quindi impossibili da riprodurre.
Le etichette utilizzano delle microsfere con modello (pattern) o tessitura “unica” del
tipo “fingerprint”, cioè analoga ad un’impronta digitale, ed ai procedimenti per la loro
preparazione.
Gli oggetti non hanno “impronte digitali”!!!
Come fare?
Una soluzione:
“Impronte digitali” (fingerprint) generate con cristalli liquidi colesterici

https://fisica.unical.it/

Foto del Molecular Physics Group dell’Università della Calabria